Cos’è l’herpes zoster oculare, quanto dura?

Il mondo Baviera
Cos’è l’herpes zoster oculare, quanto dura?
04/07/2023
herpes Tempo di lettura: 5 Minuti

L’herpes zoster all’occhio è un’infezione causata dalla riattivazione del virus varicella-zoster (VZV),  HERPES SIMPLEX (HSV), lo stesso che provoca il fuoco di Sant’Antonio e la varicella. La sintomatologia, che comprende la comparsa di un’eritema e vescichette nella zona della palpebra dove il virus era rimasto latente, è caratterizzata da un dolore lancinante e insopportabile che può risolversi entro qualche settimana solamente seguendo le cure adeguate.

Cos’è l’herpes zoster?

L’herpes zoster (HZ), noto come fuoco di Sant’Antonio, è un’eruzione cutanea molto dolorosa e ricoperta da vescicole, causata dalla riattivazione del virus della varicella che può avvenire anche a distanza di anni in circa il 10-20% dei pazienti che l’hanno avuta.

Questo tipo di herpes è contagioso e può passare da persona a persona quando si entra in contatto con lesioni infette. Se si infettano la fronte o la punta del naso, può colpire anche l’occhio.

Occhio con herpes

Quali sono i sintomi ?

I sintomi dell’herpes all’occhio nella fase preliminare – ovvero nella cosiddetta fase “erpetica” – possono persistere per almeno una settimana e sono molto simili a quelli della congiuntivite infettiva I principali sono:

Con il passare dei giorni, durante la fase acuta, l’herpes zoster si manifesta con eruzioni cutanee più gravi e ampie, causando prima la comparsa di efelidi cutanee eritematose e poi evolvendosi in papule o vescicole sulla punta del naso che possono essere anche emorragiche. 

Invece, nella fase metaerpetica – ovvero quando il virus, rimasto latente per un certo periodo di tempo, si riacutizza – non si verifica alcuna lesione dell’epitelio corneale, bensì è causato uno stato infiammatorio nello stroma corneale.

Dove si manifesta?

L’herpes zoster si manifesta principalmente nella zona attorno alle palpebre (nelle terminazioni dei nervi cranici), dove l’agente patogeno è ancora celato, e successivamente si può irradiare alla congiuntiva e anche alla cornea.

È importante però che, in alcuni casi, questa patologia può colpire anche altre aree del corpo quali: 

  • Il naso;
  • La fronte;
  • La zona oculare.

Complicanze da herpes zoster?

Spesso, quando l’herpes zoster è recidivo può presentarsi in modo più aggressivo coinvolgendo la branca oftalmica del trigemino e causando diverse complicanze oculari come:

Inoltre, nella fase acuta si aggiunge un processo di forte infiammazione palpebrale, dolore oculare e si evidenziano differenti segni oftalmici come: arrossamento della congiuntiva, edema e ptosi palpebrale, iperemia dell’episclera, arrossamento della cornea, edema corneale, aumento della pressione dell’occhio.

Un’altra conseguenza è la nevralgia post erpetica: in tal caso, il dolore si prolunga o ritorna nella stessa sede coinvolta da un precedente herpes zoster oftalmico, di solito entro tre mesi dall’eruzione cutanea. La nevralgia posterpetica è una delle complicanze più comuni dell’herpes zoster.

E’ contagioso?

Se un soggetto è colpito da questa patologia la può trasmettere solo a persone che non hanno mai avuto la varicella e non sono vaccinate. 

Una volta contagiate il sistema immunitario produce anticorpi funzionali a neutralizzare il virus, ma non può essere debellato, solo fatto tornare nella sua forma latente per poi riattivarsi quando si riducono le difese immunitarie.

Le linee guida consigliano dunque alle donne in gravidanza o alle persone gravemente immuno-compresse di non stare a contatto con i soggetti affetti dall’herpes zoster per evitare il rischio di contagio.

Chi è a rischio?

Il virus si può riattivare con maggiore frequenza in caso di età avanzata e/o sistema immunitario debole. Per questo, tra i fattori di rischio sono presenti:

  • Età superiore ai 50 anni;
  • Abbassamento delle difese immunitarie (per radioterapia, chemio e steroidi);
  • Immunodeficienza per virus dell’HIV;
  • Tumori (leucemia e linfoma);
  • Diabete;
  • Forte stress, traumi e depressione.

Come si diagnostica?

Per diagnosticare l’herpes zoster è necessario effettuare una visita oculistica attraverso cui si possono riscontrare segni peculiari della malattia come dolore ed eruzione cutanea (rush sulla fronte o palpebrale). Nella visita il paziente verrà sottoposto a:

  • Un esame obiettivo: per visionare i vasi sanguigni, il nervo ottico e la presenza di ulcere corneali;
  • Esami di laboratorio: per verificare il funzionamento del sistema immunitario tramite un campione di secrezione oculare o dalla congiuntiva;
  • Ricerca dell’antigene VZV (varicella-zoster): per scongiurare la presenza del virus attraverso un campione prelevato dalle vesciole;
  • Esami del sangue: per accertare l’eventuale assenza di anticorpi correlati al virus.

Come curarlo?

I trattamenti per la cura dell’herpes zoster variano in base alla natura dell’infezione. Normalmente la cura prevede l’utilizzo di:

  • Farmaci antivirali (unguenti oftalmici, colliri antivirali)
  • Farmaci corticosteroidi (in casi più complessi dove è coinvolta la cornea

Inoltre, per quanto riguarda il trattamento del dolore correlato all’herpes zoster oftalmico si possono utilizzare farmaci antinfiammatori e analgesici. Nei casi più gravi, in cui il paziente è maggiormente esposto al rischio di incorrere in una sovra-infezione batterica, il dottore può somministrare colliri antibiotici per precauzione. 

Con delle cure adeguate, il disturbo dell’herpes alla palpebra può essere risolto in pochi giorni. Va considerato, tuttavia, che il virus non viene eliminato definitamente ma fatto retrocedere a uno stato di latenza.

Si può prevenire?

La migliore prevenzione del fuoco di Sant’Antonio all’occhio è quella di non avere contatti con soggetti affetti da herpes simplex in modo da diminuire il pericolo di essere contagiati. Inoltre esistono anche altre metodiche di prevenzione:

  • Somministrare il vaccino a coloro che hanno più di 50 anni;
  • Seguire una dieta alimentare corretta ed equilibrata ricca di vitamina C e D, Omega 3, ferro, zinco e selenio (contenuti nella carne, nel latte e nei suoi derivati).

Queste tecniche se seguite con cautela si sono rivelate molto efficaci per la prevenzione del virus e delle sue complicanze.

Fonti

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NOTA BENE

I contenuti medici inclusi nel sito web sono stati scritti e rivisti da personale medico qualificato. Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo e non intendono sostituire in alcun modo il parere del proprio medico curante o della visita specialistica. In nessun caso costituiranno la diagnosi o la prescrizione di un trattamento.


Dott. Federico Fiorini

Articolo supervisionato dal

Dott. Federico Fiorini

Medico chirurgo e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna

Collabora con Clinica Baviera come Chirurgo Oculista e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna dal 2020. È esperto in topografia corneale, oct, fluorangiografia, laser retinico e yag laser per la cataratta secondaria. Nella sua carriera ha svolto oltre 12.500 interventi tra chirurgia della Cataratta, chirurgia della Presbiopia, della Cornea, dello Pterigio, chirurgia del Glaucoma, chirurgia refrattiva e impianti di lente da camera posteriore (ICL). Esperto di chirurgia Palpebrale (Ectropion/Entropion, Dermatocalasi, Xantelasma, Calazio) e delle vie Lacrimali. Nel 2017 ha pubblicato una tecnica personale per la chirurgia dello Pterigio.

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