Escavazione papillare: cosa significa?

Salute degli occhi
Escavazione papillare: cosa significa?
05/04/2024
Tempo di lettura: 6 Minuti

L’escavazione papillare è una depressione naturale che si verifica quando il canale attraverso il quale escono le fibre del nervo ottico è leggermente più grande del solito. Non è una patologia in sé, poiché esiste praticamente in tutti gli occhi, anche se totalmente sani. 

Il problema si verifica quando aumenta di dimensioni, superando di un terzo la dimensione totale della papilla. Quando ciò si verifica, l’escavazione papillare può portare a conseguenze anche molto serie e, nella maggior parte dei casi, è indicativa di glaucoma.

Cos’è il glaucoma?

Il glaucoma è una patologia cronica e progressiva solitamente causata da un malfunzionamento del sistema di drenaggio dell’umore acqueo. Ciò genera un aumento della pressione dell’occhio che, a poco a poco, inizia a provocare danni al nervo ottico, innescando una perdita della funzione visiva che, se non viene trattata in tempo, può diventare totale. Nel caso in cui si parli di glaucoma secondario, invece, le cause si possono riscontrare in diverse infiammazioni, traumi e aumento della pressione intraoculare.

I casi di glaucoma sono davvero molto numerosi tanto da costituire la seconda causa di disabilità visiva e cecità in Italia e arrivando a colpire più di 55 milioni di pazienti in tutto il mondo.

Occhio normale e occhio con glaucoma

Quali sono i suoi sintomi?

Il glaucoma di solito rimane asintomatico nelle fasi iniziali per poi, man mano che la malattia progredisce, presentare i seguenti sintomi che saranno diversi a seconda della sua tipologia:

  • Cambiamenti nella visione periferica (vista ondulata o tremolante, flash visivi, offuscamento). Essendo molto piccoli e progressivi, molte volte questi sintomi vengono trascurati o affatto notati dal paziente.
  • Perdita progressiva della vista.
  • Visione annebbiata.
  • Mal di testa e/o dolore agli occhi.
  • Nausea e/o vomito.
  • Perdita della vista in modo improvviso.
  • Aloni di vari colori intorno ai faretti o alle luci intense.

Un altro sintomo molto rappresentativo del glaucoma è dato da un’escavazione papillare aumentata (detta “escavazione papillare glaucomatosa”), così come il suo pallore. Ma questo non può essere notato in alcun modo dal paziente, quindi può essere rilevato solo dall’oftalmologo attraverso un esame approfondito della retina (retinografia).

Come si vede con glaucoma

Come si diagnostica il glaucoma?

Per diagnosticare il glaucoma in maniera accurata esistono diverse tipologie di test. Uno dei più utilizzati consiste nella retinografia, un esame che permette di ottenere un’immagine dettagliata del fondo oculare e della retina.

La retinografia è un test indolore, non invasivo e che viene eseguito molto rapidamente. Lo strumento utilizzato per questo esame è il retinografo, un particolare apparecchio fotografico che viene collegato ad un biomicroscopio e che permette di scattare una serie di fotografie a colori del fondo oculare per rilevare la presenza di depressioni anormalmente grandi.

Come funziona la retinografia?

Attraverso queste fotografie il retinografo non solo cattura intere panoramiche del fondo oculare nel suo insieme ma anche immagini di alcune specifiche aree ingrandite (come la macula e la papilla) in modo tale da mettere in evidenza eventuali occlusioni venose o arteriose. Queste anomalie devono essere individuate tempestivamente in quanto sono spesso il campanello d’allarme di problematiche molto gravi come distrofie, maculopatie e retinopatie severe.

Nonostante sia spesso utilizzata per la diagnosi del glaucoma, la retinografia è prescritta generalmente per tutti i soggetti che sono afflitti dalle seguenti patologie:

È importante notare che, data la non invasività dell’esame, non è necessaria alcuna anestesia prima di sottoporsi alla retinografia ma, talvolta, il medico può richiedere l’aiuto di gocce midriatiche per dilatare l’occhio del paziente e rendere più efficace l’esame. Queste gocce possono recare un leggero bruciore o fastidio che però tende a sparire molto rapidamente. Inoltre possono provocare una sorta di annebbiamento visivo che tende a durare fino a due ore dopo l’intervento. Si consiglia dunque di venire accompagnati da una persona fidata in quanto è meglio astenersi dalla guida una volta concluso l’esame.

Cos’è la papilla ottica?

La papilla ottica è un’area specifica della retina che rappresenta il punto di incontro tra il nervo ottico e le cellule retiniche del bulbo oculare. Il suo colore può variare dal bianco al giallo-rosa ed è conosciuta anche con il nome di disco ottico per la sua forma ovale allungata o punto cieco per il fatto di non essere sensibile alla luce. 

Nella sua parte centrale la papilla ottica presenta una depressione a forma di imbuto, nota anche come “escavazione fisiologica della papilla”, dovuta alla separazione delle fibre ottiche nella zona retinica.

Per via della sua stretta relazione con l’arteria e la vena centrale retinica, lo studio della papilla ottica è fondamentale per diagnosticare con precisione le diverse patologie che affliggono la retina e la coroide.

Come differenziare una papilla sana da una che non lo è?

È importante ricordare che l’unico modo per arrivare a capire se una papilla è sana o meno è quello di sottoporsi ad una diagnosi accurata condotta da un medico specialista. Ciononostante vi sono numerosi segnali che possono mettere in guardia il paziente sulla presenza di eventuali problemi in grado di nuocere alla salute della papilla. 

I sintomi più comuni di un’escavazione papillare glaucomatosa ad esempio sono:

  • Una diminuzione o alterazione della capacità visiva;
  • Evidenti variazioni cromatiche;
  • Fotofobia;
  • Dolore provocato dai movimenti degli occhi;
  • Mal di testa;
  • Perdita temporanea della vista.

Se si nota la presenza di alcuni di questi sintomi tipici di una papilla escavata bisogna contattare subito il nostro medico curante che procederà con un’analisi approfondita del nervo ottico. Durante la visita lo specialista si concentrerà nel ricercare alcuni degli aspetti che potrebbero segnalare la presenza di un’escavazione papillare avanzata. I principali fattori da considerare sono:

  • Variazione di colore;
  • Variazione della forma;
  • Le dimensioni dell’escavazione del nervo ottico;
  • Se l’escavazione è bilaterale simmetrica o meno;
  • La struttura vascolare;
  • Lo spessore corneale;
  • Le fibre nervose peripapillari;
  • Il bordo neuroretinico.

Un altro tipo di malformazione della papilla consiste nell’escavazione del nervo ottico, una condizione che provoca una malformazione dei tessuti oculari generando una profonda cavità all’interno del disco ottico. Nonostante non si abbiano informazioni ancora ben precise su cosa provochi questa condizione, si ritiene che la causa principale dell’escavazione del nervo ottico sia per lo più di origine congenita.

Quali tecniche esistono per studiare la papilla?

Oltre all’oftalmoscopia tradizionale il medico specialista potrà scegliere di eseguire alcuni test complementari per studiare in maniera dettagliata la papilla, verificare definitivamente se è sana o danneggiata ed avere così un’anamnesi completa del suo funzionamento.

Queste tecniche d’analisi approfondita comprendono:

  • Il test del colore;
  • Il test della sensibilità al contrasto;
  • L’uso della campimetria;
  • Lo studio dei riflessi pupillari;
  • I test elettrofisiologici.

Quali tipi di papilla possono esserci in un occhio?

Al di là della presenza o meno d’escavazione papillare nel nervo ottico, è importante distinguere i diversi tipi di papilla, fattore che determinerà come agire in ciascun caso, se necessario.

La classificazione dei tipi di papilla:

  • Papilla sana: la coppa papillare è uguale o inferiore a 0,3 e non presenta una differenza maggiore di 0,2 tra occhio e occhio.
  • Papilla ipermetropia: normalmente appaiono come papille più piccole o di dimensioni ridotte rispetto alle papille sane con un numero maggiore di vasi.
  • Papilla miopica: presenta una scavazione papillare più grande della media, soprattutto nelle miopie che superano le 6 diottrie.
  • Papilla obliqua: è un’anomalia congenita che è solitamente comune a entrambi gli occhi. In questi casi il nervo raggiunge l’occhio in una posizione non centrata rispetto al bulbo oculare.
  • Papilla con scavo fisiologica grande: è, come suggerisce il nome, una papilla con scavo più grande del solito, il che significa che è maggiore di 0,3. Tuttavia, è importante chiarire che la presenza di questo tipo di papilla non implica necessariamente la presenza di una patologia oculare.
  • Papille glaucomatose: sono le papille che si trovano solitamente nella maggior parte dei pazienti con glaucoma, causando un’escavazione papillare più grande della media, che, con il passare del tempo e se non trattata, può aumentare di dimensioni.

È fondamentale ricordare che in modo da capire quale possa essere lo stato di salute delle nostre papille ottiche è necessario sottoporsi ad una visita oculistica presso il nostro medico di fiducia che, grazie a strumenti ed esami adeguati, saprà fornirci tutte le informazioni per affrontare il problema. 

Come preservare la salute dei nostri occhi?

Un passaggio essenziale per preservare la salute dei nostri occhi consiste nell’adottare abitudini di vita sane limitando la presenza di fattori di rischio. I principali comportamenti da seguire sono:

  • Sottoporsi ad un regolare esercizio fisico;
  • Evitare di fumare;
  • Seguire una dieta equilibrata;
  • Dormire almeno 8 ore al giorno.

Se, nonostante questi accorgimenti, ci troviamo di fronte ad un ingrandimento dell’escavazione papillare provocato da un glaucoma le cure varieranno a seconda della gravità del problema scatenante.

Fonte

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NOTA BENE

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Dott. Federico Fiorini

Articolo supervisionato dal

Dott. Federico Fiorini

Medico chirurgo e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna

Collabora con Clinica Baviera come Chirurgo Oculista e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna dal 2020. È esperto in topografia corneale, oct, fluorangiografia, laser retinico e yag laser per la cataratta secondaria. Nella sua carriera ha svolto oltre 12.500 interventi tra chirurgia della Cataratta, chirurgia della Presbiopia, della Cornea, dello Pterigio, chirurgia del Glaucoma, chirurgia refrattiva e impianti di lente da camera posteriore (ICL). Esperto di chirurgia Palpebrale (Ectropion/Entropion, Dermatocalasi, Xantelasma, Calazio) e delle vie Lacrimali. Nel 2017 ha pubblicato una tecnica personale per la chirurgia dello Pterigio.

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