Escavazione papillare: cosa significa?

Salute degli occhi
Escavazione papillare: cosa significa?
10/12/2021
Tempo di lettura: 4 Minuti

L’escavazione papillare è una depressione naturale che si verifica quando il canale attraverso il quale escono le fibre del nervo ottico è leggermente più grande. Non è una patologia in sé, poiché esiste praticamente in tutti gli occhi, anche se totalmente sani. Il problema si verifica quando aumenta di dimensioni, superando di un terzo la dimensione totale della papilla. Quando ciò si verifica, nella maggior parte dei casi è indicativo di glaucoma.

Si parla, appunto, di escavazione papillare fisiologica quando quest’ultima si limita solo alla parte centrale della papilla. Al contrario, nel glaucoma, l’escavazione papillare interessa tutto il disco papillare. Non sempre, però, lo scavo della papilla deve essere associato al glaucoma. Occorre fare dei test mirati ed approfonditi per avere un diagnostico.

Cos’è il glaucoma e quali sono i suoi sintomi?

Il glaucoma è solitamente causato da un malfunzionamento del sistema di drenaggio dell’umore acqueo. Ciò provoca un aumento della pressione dell’occhio che, a poco a poco, provoca danni al nervo ottico, innescando una perdita della vista che, se non trattata in tempo, può diventare totale.

Il glaucoma di solito rimane asintomatico nelle fasi iniziali, per poi, man mano che la malattia progredisce, presentare i seguenti sintomi, che saranno diversi a seconda del tipo di glaucoma:

  • Cambiamenti nella visione periferica. Essendo molto piccoli e progressivi, molte volte il paziente non li nota.
  • Perdita progressiva della vista.
  • Visione annebbiata.
  • Mal di testa e/o dolore agli occhi.
  • Nausea e/o vomito.
  • Perdita della vista in modo improvviso.
  • Aloni di vari colori intorno ai faretti o alle luci intense.

Un altro sintomo molto rappresentativo di questa malattia è dato da un’escavazione papillare aumentata, così come il suo pallore. Ma questo non può essere notato in alcun modo dal paziente, quindi può essere rilevato solo da un oftalmologo attraverso un esame approfondito della retina (retinografia).

Occhio normale e occhio con glaucoma

Come si diagnostica il glaucoma?

Come abbiamo detto, l’escavazione patologica papillare o del disco ottico anormalmente ingrandito è quasi sempre indicativo di glaucoma, sebbene possa essere dovuto anche ad altri tipi di patologie neuro-oftalmologiche.

Pertanto, uno degli strumenti diagnostici più importanti per il glaucoma è la retinografia, che consiste nello scattare una serie di fotografie del fondo, sia nel suo insieme (immagine panoramica) che di specifiche aree ingrandite, tra cui la macula e il disco ottico o papilla, al fine di rilevare queste depressioni anormalmente grandi.

Ma ci sono altre serie di test che serviranno allo specialista per confermare la diagnosi di glaucoma, la sua estensione e il trattamento appropriato:

  • Tonometria: Misurazione della pressione oculare mediante uno strumento chiamato tonometro.
  • Gonioscopia: Implica l’ispezione dell’angolo di drenaggio dell’occhio.
  • Oftalmoscopia: Per ispezionare il nervo ottico per danni.
  • Esame del campo visivo: Soprattutto della visione laterale e periferica per cercare punti ciechi che potrebbero passare inosservati al paziente.
  • Esami periodici, soprattutto a partire dai 40 anni, sono fondamentali per individuare in tempo malattie che, come accade con il glaucoma, non presentano sintomi riconoscibili nelle fasi iniziali. Inoltre, abitudini di vita sane (dieta equilibrata, esercizio fisico, non fumare…) sono essenziali per la salute dei nostri occhi.

Come differenziare una papilla sana da una che non lo è?

È molto importante che l’oftalmologo esegua esami complementari all’oftalmoscopia tradizionale. In questo senso, test come riflessi pupillari, test del colore, test di sensibilità al contrasto, nonché l’uso della campimetria e dei test elettrofisiologici, possono aiutare il professionista ad identificare il problema.

Presterà attenzione a tutti gli aspetti che possono influenzare la presenza di un’escavazione papillare pronunciata, ovvero:

  • Colore;
  • Forma;
  • Dimensioni dell’escavazione;
  • Se presenta simmetria bilaterale o meno;
  • Struttura vascolare;
  • Segni peripapillari;
  • Forma della cresta neuroretinica.

Quali tipi di papilla possono esserci in un occhio?

Al di là della presenza o meno d’escavazione papillare nel nervo ottico, è importante distinguere i diversi tipi di papilla, fattore che determinerà come agire in ciascun caso, se necessario.

La classificazione dei tipi di papilla:

  • Papilla sana: la coppa papillare è uguale o inferiore a 0,3 e non presenta una differenza maggiore di 0,2 tra occhio e occhio.
  • Papilla ipermetropia: normalmente appaiono come papille più piccole o di dimensioni ridotte rispetto alle papille sane con un numero maggiore di vasi.
  • Papilla miopica: presenta una scavazione papillare più grande della media, soprattutto nelle miopie che superano le 6 diottrie.
  • Papilla obliqua: è un’anomalia congenita che è solitamente comune a entrambi gli occhi. In questi casi il nervo raggiunge l’occhio in una posizione non centrata rispetto al bulbo oculare.
  • Papilla con scavo fisiologica grande: è, come suggerisce il nome, una papilla con scavo più grande del solito, il che significa che è maggiore di 0,3. Tuttavia, è importante chiarire che la presenza di questo tipo di papilla non implica necessariamente la presenza di una patologia oculare.
  • Papille glaucomatose: sono le papille che si trovano solitamente nella maggior parte dei pazienti con glaucoma, causando un’escavazione papillare più grande della media, che, con il passare del tempo e se non trattata, può aumentare di dimensioni.

Fonte

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Dott. Federico Fiorini

Articolo supervisionato dal

Dott. Federico Fiorini

Medico chirurgo e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna

Collabora con Clinica Baviera come Chirurgo Oculista e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna dal 2020. È esperto in topografia corneale, oct, fluorangiografia, laser retinico e yag laser per la cataratta secondaria. Nella sua carriera ha svolto oltre 12.500 interventi tra chirurgia della Cataratta, chirurgia della Presbiopia, della Cornea, dello Pterigio, chirurgia del Glaucoma, chirurgia refrattiva e impianti di lente da camera posteriore (ICL). Esperto di chirurgia Palpebrale (Ectropion/Entropion, Dermatocalasi, Xantelasma, Calazio) e delle vie Lacrimali. Nel 2017 ha pubblicato una tecnica personale per la chirurgia dello Pterigio.

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