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La pachimetria corneale è un’analisi strumentale che viene utilizzata per misurare lo spessore corneale, ovvero l’area trasparente posta davanti all’iride. L’unità di misura della pachimetria sono i micrometri (μm). Il centro della cornea corrisponde al punto più sottile.
A cosa serve?
L’esame pachimetrico è importante per misurare lo spessore corneale per diversi aspetti.
Diagnosi del cheratocono: questo serve a rilevare l’evoluzione della patologia del cheratocono, che si caratterizza con un progressivo assottigliamento corneale.
Diagnosi del glaucoma: : la pachimetria viene eseguita per monitorare l’ipertono oculare.
Chirurgia refrattiva: insieme alla topografia corneale è uno delle osservazioni diagnostiche più importanti per verificare di idoneità alla chirurgia refrattiva, ossia per la correzione di miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia.
Chirurgia corneale: la pachimetria è utilizzata anche in caso di interventi corneali come cross-linking, anelli intrastomali o trapianto di cornea.
Edema corneale: viene utilizzato per la valutazione della patologia corneale.
Portatori di lenti a contatto: indispensabile per la valutazione delle variazioni corneali e lo stato di idratazione, disidratazione della stessa.
Valori pachimetrici
Lo spessore “normale” della cornea al centro è infatti di poco superiore a mezzo millimetro (520-540 µ)
L’unità di misura della pachimetria sono i micrometri (μm), corrispondente ad un millesimo di millimetro.
Un valore pachimetrico, può essere considerato normale se è di circa 520 -550 μm.
Quando i valori corneali sono molto sottili si può essere più propensi a sviluppare problematiche come: cheratocono, cheratite, edema corneale e aggravi glaucomatosi.
Come viene effettuato l’esame?
La pachimetria è un controllo molto semplice, non invasiva e indolore e viene effettuata con un macchinario specifico: il pachimetro ad ultrasuoni. Questo, non richiede nessun tipo di preparazione e viene fatto durante una visita oculistica.
La sua procedura è questa:
- Viene fatto sedere il paziente su una poltrona.
- Il personale specializzato effettua la prova strumentale instillando una goccia di collirio anestetico nell’occhio (per evitare la sensazione di fastidio mentre si sfiora la superficie corneale).
- Successivamente viene appoggiata una piccola sonda (simile ad una penna) al centro della cornea per rilevare lo spessore.
- I dati vengono acquisiti in pochi secondi da un computer.
- L’esame può essere ripetuto più volte, con la misurazione in diversi punti della superficie della cornea.
E’ rapido e si realizza in pochi secondi e non incide sulla qualità della visione.
Oltre al pachimetro ultrasonico, che è lo strumento più utilizzato, possono essere usate altre tecniche:
Pachimetria ottica: non prevede nessun contatto con la parte esterna dell’occhio. Mappa pachimetrica: in questo esame vengono individuati più punti della mappa corneale e soprattutto anche punto più sottile.
Chi può eseguire questo esame?
La pachimetria è un esame che può essere svolto da tutti e a qualsiasi età. Nei bambini ci deve essere collaborazione per garantire una considerazione con risultati attendibili.
Quali sono i rischi?
L’esame pachimetrico non è un’indagine pericolosa per la vista, richiede solo cooperazione da parte del paziente e non comporta ad alcun rischio.