Ptosi palpebrale: cos’è?

Salute degli occhi
Ptosi palpebrale: cos’è?
25/08/2020
Tempo di lettura: 4 Minuti

Con il termine ptosi palpebrale o blefaroptosi si indica l’abbassamento della palpebra superiore di uno o entrambi gli occhi, solitamente causato dal malfunzionamento del muscolo responsabile in seguito all’invecchiamento.

In seguito a questo abbassamento, la palpebra colpita può arrivare a coprire l’occhio in maniera parziale o completa, oscurando totalmente la pupilla. Per questo motivo la ptosi dev’essere diagnosticata e trattata tempestivamente in modo da preservare la vista del paziente.

Quali sono le cause degli abbassamenti delle palpebre (ptosi)?

Le cause degli abbassamenti palpebrali sono numerose e condizionate da diversi fattori, come:

  • Invecchiamento dei tessuti palpebrali;
  • Lesioni ai nervi;
  • Disfunzioni muscolari;
  • Disfunzioni delle ghiandole tiroidee;
  • Presenza di malattie come diabete e tumori.

Tipi di ptosi

A seconda della loro funzionalità esistono tre diversi tipi di ptosi:

  • Ptosi lievi: in cui l’abbassamento supera di poco il bordo corneale;
  • Ptosi medie: in cui l’abbassamento raggiunge la pupilla;
  • Ptosi severe: in cui viene superato il centro della pupilla che, talvolta, viene coperta completamente.

Nonostante le ptosi lievi e medie sono un problema prevalentemente estetico, quelle severe possono compromettere gravemente la vista del paziente causando ambliopia nei bambini e cecità negli adulti.

A seconda della loro causa invece le ptosi si distinguono in 6 diverse categorie:

  • Ptosi Congenita: presente sin alla nascita, a causa di malformazioni o traumi avvenuti durante il parto. Quasi sempre bilaterale.
  • Ptosi senile: favorita dalla vecchiaia e dovuta all’enoftalmo, un anomalo infossamento del bulbo oculare nell’orbita, tipico della terza età.
  • Ptosi Miogenica: causata da un indebolimento del muscolo elevatore, comune nei pazienti affetti da miastenia o distrofia muscolare;
  • Ptosi Neurogena: causata da una mancanza di segnale nervoso nel muscolo oculomotore, prevalente nei bambini;
  • Ptosi Meccanica: provocata dalla presenza di un angioma, una neoformazione della palpebra superiore, che provoca un abbassamento “meccanico”;
  • Ptosi Aponeurotica: causa più comune di abbassamento palpebrale, provocata dai cambiamenti anatomici legati all’età o all’indebolimento delle connessioni muscolari della palpebra a causa di un intervento chirurgico;
  • Pseudoptosi: tutte le condizioni che simulano un abbassamento palpebrale superiore pur in presenza di una palpebra funzionalmente integra. 

Come diagnosticare?

È importante ricordare che, se la ptosi è unilaterale, una semplice visita ortottica dal proprio medico di fiducia è sufficiente per ottenere una diagnosi corretta. Tuttavia se la ptosi è bilaterale lo specialista potrebbe effettuare ulteriori test per accertarne le caratteristiche:

  • Esame del campo visivo: per determinare la gravità della patologia e differenziare un problema puramente estetico da un deficit funzionale, responsabile di un oscuramento che copra oltre il 40% del campo visivo.
  • Esame della lampada a fessura;
  • Test di stress per miastenia grave.

Quando preoccuparsi e contattare un medico?

È fondamentale contattare tempestivamente uno specialista (oftalmologo o chirurgo oculoplastico) se la ptosi rappresenta il sintomo di una malattia sistemica, muscolare o neurologica. 

In quali casi si organizza l’operazione e in cosa consiste?

L’intervento chirurgico per trattare la ptosi palpebrale è un’operazione complessa il cui scopo è ripristinare il rinforzo del muscolo elevatore della palpebra o del muscolo di Muller. Nonostante quest’operazione sia sempre consigliata in caso di ptosi palpebrale grave, nei bambini è necessario aspettare il completo sviluppo corporeo.

L’intervento viene svolto da un chirurgo specializzato in oftalmoplastica (la chirurgia specializzata nelle palpebre e negli occhi) ed è eseguito in anestesia locale in regime di day hospital con una durata di circa mezz’ora.

Il medico sceglierà il tipo di intervento più adeguato in base alla ptosi del paziente:

  • Reinserimento dell’aponeurosi del muscolo elevatore (utilizzato per le ptosi senili)
  • Resezione del muscolo elevatore (utilizzato per le ptosi medie e gravi);
  • Sospensione al muscolo frontale: utilizzare come supporto il muscolo elevatore della fronte per rimediare alla carenza del muscolo palpebrale.

A differenza della blefaroplastica che comporta la rimozione di uno strato eccessivo di pelle, dunque l’intervento di ptosi palpebrale consiste nell’inserimento di un innesto che rafforzi il muscolo responsabile dell’apertura palpebrale.

Ptosi palpebrale

È importante ricordare che l’intervento comporta anche diversi rischi:

  • Se non si rafforzano bene i muscoli, il problema rimane e tende a peggiorare;
  • Se si rafforzano troppo i muscoli si rischia un’elevazione eccessiva che impedisce la chiusura dell’occhio, esponendo così il paziente ad agenti esterni e perforazioni corneali.

Il decorso postoperatorio è simile a quello della blefaroplastica anche se i risultati si vedono in tempi più lunghi, dopo qualche settimana. In genere comunque tutti i pazienti che subiscono un intervento di ptosi palpebrale riscontrano un notevole miglioramento della vista e della percezione del campo visivo.

Quali altre procedure sono disponibili per correggere o almeno contrastare le palpebre cadenti?

Oltre all’intervento chirurgico, esistono anche diversi esercizi di ginnastica facciale  e oculare per palpebre cadenti che sono in grado di rafforzare i muscoli responsabili del sostegno della palpebra. Questi esercizi sono numerosi e si possono svolgere autonomamente, dedicando solamente pochi minuti al giorno.

Anche l’uso di occhiali “stampella” o speciali lenti a contatto può essere un rimedio alternativo per offrire un ulteriore sostegno al muscolo palpebrale.

Blefarocalasi: di cosa si tratta e in cosa si differenzia dalla ptosi?

La blefarocalasi consiste nel fisiologico rilassamento del tessuto palpebrale dovuto alla vecchiaia. Con il passare degli anni la cute palpebrale di molti pazienti si estende e ripiega su sè stessa, arrivando, come una ptosi, ad oscurare parte del campo visivo.

Diversamente dalla ptosi però il problema non è causato dall’abbassamento del bordo palpebrale ma solo da un eccessivo strato di cute che può essere quindi facilmente eliminato grazie alla blefaroplastica.

Si può prevenire la ptosi?

La ptosi non si può prevenire ma è importante consultare uno specialista alla prima comparsa dei suoi sintomi in modo da intervenire tempestivamente con un intervento che sia poco invasivo e non comprometta la vista del paziente.

Qual è il prezzo della chirurgia della ptosi?

Il prezzo dell’operazione alle palpebre cadute dipenderà dal tipo d’intervento per la correzione di questo problema che il medico riterrà necessario per il paziente. Il costo di questo trattamento deve essere totalmente personalizzato.

Fonti

. . . . . .

NOTA BENE

I contenuti medici inclusi nel sito web sono stati scritti e rivisti da personale medico qualificato. Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo e non intendono sostituire in alcun modo il parere del proprio medico curante o della visita specialistica. In nessun caso costituiranno la diagnosi o la prescrizione di un trattamento.


Barbara prandi

Articolo supervisionato dalla

Dott.ssa Barbara Prandi

Medico chirurgo di Clinica Baviera Milano

Collabora con Clinica Baviera Italia come Chirurgo Oculista dal 2001. Ha collaborato Clinica Baviera Spagna presso la Clinica di Barcellona dal 2003 al 2008. Si interessa in particolare della chirurgia del segmento anteriore, come la Chirurgia dei Difetti Refrattivi; miopia, ipermetropia, astigmatismo, con tecniche laser e impianto di lenti intraoculari (ICL), chirurgia della cataratta con l’impianto di lenti multifocali.

Lascia un commento