Occhio dominante: cos’è e come si riconosce?

Curiosità
Occhio dominante: cos’è e come si riconosce?
16/07/2021
Tempo di lettura: 4 Minuti

Ognuno di noi sa se è destro o mancino. Per individuare la mano dominante infatti è sufficiente osservare quale delle due si utilizza per scrivere o quale piede si preferisce per calciare un pallone, ma come si fa a distinguere qual è l’occhio dominante?

Per comprendere il significato della dominanza oculare bisogna capire come funziona il nostro sistema visivo, cosiddetto “binoculare”. La visione, infatti, è resa possibile dal cervello che rileva le immagini catturate da ciascun occhio per rielaborarle in una singola immagine di qualità ottimale.

L’occhio predominante è quello con cui, istintivamente, si guardano gli oggetti; ovviamente, se ci soffermiamo a pensare, si può usare anche l’altro occhio, ma appena si distoglie la concentrazione ci si sposta nuovamente sul dominante. In altre parole, è l’occhio dominante a fornire al cervello l’input visivo maggiore, comunicandogli in modo più dettagliato le informazioni sull’ambiente che ci circonda.

Sappiamo che gli occhi collaborano sinergicamente tra di loro e che, in generale, presentano la medesima acuità visiva: l’occhio predominante è semplicemente alla guida di questo lavoro di squadra. In generale, quest’ultimo è opposto alla mano che utilizziamo più frequentemente, pertanto la corrispondenza sarà: “occhio dominante sinistro – mano destra” e “occhio dominante destro – mano sinistra”.

I termini “occhio dominante” o “dominanza oculare” possono essere utilizzati anche per indicare l’occhio funzionante, nei casi in cui il paziente soffra di strabismo o di ambliopia.

Perché è importante determinare la dominanza oculare?

Determinare questa caratteristica è davvero importante: è utile in alcune attività in cui si usa un solo occhio, per esempio scattare una fotografia, studiare al microscopio, praticare sport particolari come il tiro con l’arco. Inoltre, individuare l’occhio dominante è fondamentale per chi è presbite. Tale informazione serve quando bisogna scegliere gli occhiali o le lenti a contatto per la monovisione e, anche quando ci si deve sottoporre a trattamenti di chirurgia refrattiva.

Individuare la dominanza oculare è fondamentale soprattutto quando si tratta di studiare alcuni disturbi legati all’apprendimento. Secondo alcuni studi, infatti, un occhio dominante sinistro può comportare problematiche di tipo dislessico: il bambino, seppur consapevole di dover leggere un testo da sinistra a destra, sarà naturalmente spinto dal proprio occhio dominante a puntare lo sguardo sul lato destro del foglio, dovendosi poi sforzare di ricondurlo a sinistra. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, è possibile che il bambino corregga spontaneamente tale problematica nel corso della crescita, senza riscontrare particolari difficoltà di apprendimento. È comunque opportuno prestare particolare attenzione a questa eventualità per aiutare il piccolo qualora dovesse, invece accusare alcune difficoltà scolastiche.

Infine, conoscere il proprio occhio predominante può aiutare ad identificare dei disturbi visivi: nell’ambliopia (comunemente nota anche come “sindrome dell’occhio pigro”), ad esempio, la corteccia visiva “ignora” l’immagine fornita dall’occhio di supporto (quindi quello non dominante e “più debole”), abituandosi a contare solo sull’informazione fornita dall’occhio predominante e alimentando l’insorgere del disturbo. Anche in questo caso, sarà necessario rivolgersi ad uno specialista per individuare il trattamento di riabilitazione visiva più adeguato e ripristinare il corretto funzionamento della visione binoculare.

Come scoprire qual è il nostro occhio dominante?

Di solito, il cervello elabora le informazioni, provenienti da entrambi gli occhi, riassumendole in un’unica immagine; per questo motivo non è facile percepire quale occhio domina l’altro. Esistono dei test per capire quale dei due occhi è il dominante.

  • Test delle mani sovrapposte: uno dei metodi più diffusi, che può essere fatto da tutti è quello di mettere le mani sovrapposte, ad una determinata distanza dal volto, creando un piccolo foro attraverso il quale guardare un oggetto. Aprendo e chiudendo più volte gli occhi, quello con il quale l’oggetto verrà visto bene, con la migliore messa a fuoco, è l’occhio dominante.
  • Test del puntamento: punta con il dito un oggetto in lontananza, chiudi prima un occhio e poi l’altro e scoprirai che quando l’occhio è chiuso e il tuo dito rimane puntato, quello sarà l’occhio dominante.
  • Test del cartoncino con il foro: con entrambi gli occhi aperti prova a fissare un oggetto in lontananza attraverso un foro del diametro di circa 4 cm in un foglio di carta. Avvicina il foglio al viso per osservare l’oggetto, in maniera involontaria avvicinerai il foro al tuo occhio dominante.

Dove si può effettuare un test specialistico?

Stabilire qual è il proprio occhio dominante può essere fatto dall’oculista durante una visita approfondita della vista. L’esame consiste nel chiedere al paziente di tenere in mano un cartoncino quadrato con un foro centrale attraverso cui si dovrà osservare, con entrambi gli occhi, un punto luminoso: tuttavia, il paziente sarà in grado di vedere la luce solo tramite un occhio che, di conseguenza, verrà individuato come quello dominante. Per essere sicuri che il test sia efficace e veritiero, è necessario rivolgersi ad un professionista.

Fonti

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NOTA BENE

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Dott. Federico Fiorini

Articolo supervisionato dal

Dott. Federico Fiorini

Medico chirurgo e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna

Collabora con Clinica Baviera come Chirurgo Oculista e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna dal 2020. È esperto in topografia corneale, oct, fluorangiografia, laser retinico e yag laser per la cataratta secondaria. Nella sua carriera ha svolto oltre 12.500 interventi tra chirurgia della Cataratta, chirurgia della Presbiopia, della Cornea, dello Pterigio, chirurgia del Glaucoma, chirurgia refrattiva e impianti di lente da camera posteriore (ICL). Esperto di chirurgia Palpebrale (Ectropion/Entropion, Dermatocalasi, Xantelasma, Calazio) e delle vie Lacrimali. Nel 2017 ha pubblicato una tecnica personale per la chirurgia dello Pterigio.

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