Come funziona l’occhio umano e le sue parti?

Salute degli occhi
Come funziona l’occhio umano e le sue parti?
06/10/2021
Chiasma ottico Tempo di lettura: 8 Minuti

L’occhio è un organo di senso molto piccolo e complesso che esercita una funzione fondamentale: percepire l’energia luminosa trasportando le informazioni catturate attraverso cornea, pupilla, cristallino e vitreo fino alla retina al fine di generare gli stimoli visivi, convertiti in impulsi elettrici dal nervo ottico ed elaborati dal cervello sotto forma di immagini. L’occhio, fungendo in qualche modo da “videocamera”, determina quindi la relazione degli esseri umani con il mondo esterno che li circonda.

Quello che vediamo e come lo vediamo è il frutto di un meccanismo complesso, fatto di molteplici passaggi che dall’occhio arrivano al cervello: si tratta del cosiddetto “percorso retino – corticale”, responsabile di quella che definiamo “visione”.

All’interno di questo percorso, un ruolo fondamentale è giocato dalla luce che illumina l’ambiente attorno a noi permettendo alla cornea di raccogliere una prima immagine: per questo motivo, al buio, siamo completamente ciechi.

Quali sono le parti che compongono l’occhio?

L’occhio è formato da parti interne, intermedie e esterne.

 Parti interne

  • Macula: è una zona molto delicata, posizionata nella zona centrale della retina vicino al nervo ottico. La macula è ricca di vasi sanguigni.
  • Nervo ottico: collega e trasmette le informazioni dalla retina alla corteccia visiva, che è la parte del cervello responsabile della vista. È formato da quasi un milione di fibre nervose, chiamate “assoni”.
  • Retina: è il tessuto nervoso sensibile alla luce che riveste interiormente l’area posteriore dell’occhio e che contiene le cellule sensoriali fotosensibili (costituite da coni e bastoncelli: i primi necessari per vedere i colori e i secondi per distinguere tra la notte e il giorno). Ha la funzione di catturare le immagini e convertirle in impulsi nervosi che a loro volta vengono trasmessi al cervello per l’elaborazione finale.
  • Fovea: si tratta di una piccola area, situata al centro della macula e formata da cellule sensoriali che ci consentono una visione nitida e “a colori”.
  • Coni e bastoncelli: sono cellule nervose sensibili alla luce. I coni sono posizionati nella parte centrale della macula mentre i bastoncelli nella zona periferica della macula.

Parti intermedie

  • Coroide: è posizionata tra sclera e retina nello strato intermedio. La coroide costituisce, insieme all’iride e al corpo ciliare l’uvea, la tonaca intermedia . È composta da molti vasi sanguigni. Le sue funzioni principali sono: nutrire i recettori presenti sulla retina, tenere costante la temperatura di quest’ultima e aiutare l’occhio nella messa a fuoco a seconda che la visione sia da vicino o da lontano.
  • Corpo vitreo: è una sostanza trasparente e gelatinosa – costituita al 98% da acqua e al 2% da sodio ialuronato e collagene – posizionata tra cristallino e retina che occupa buona parte dello spazio presente nell’occhio.
  • Iride: è la parte colorata dei nostri occhi che circonda la pupilla. Ha il compito di regolare e controllare la quantità di luce che entra negli occhi: quando ci troviamo in un ambiente particolarmente luminoso, essa farà si che la pupilla si adatti rimpicciolendosi mentre, in un ambiente buio, ne aumenterà la dilatazione al fine di far entrare più luce possibile. Da un punto di vista strutturale, essa è diversa in ogni individuo.
  • Pupilla: è il punto nero situato al centro dei nostri occhi e che, attraverso l’iride, si adatta alla luce. La sua dimensione è determinata anche dalle emozioni (oltre che da sostanze esterne come alcool e stupefacenti) che ne possono infatti provocare la dilatazione.
  • L’umore acqueo: è posizionato tra cornea e cristallino, è un liquido salino.
  • Il cristallino: è, insieme alla cornea, una lente refrattiva, che, a differenza della cornea, è posizionato tra l’iride e il corpo vitreo. Ha la capacità di mettere a fuoco l’immagine degli oggetti sulla retina. La sua struttura è trasparente e biconvessa e divide l’occhio in polo anteriore (riempito dall’umore acqueo) e polo posteriore (riempito dall’umore vitreo). Questa struttura è sprovvista di nervi e vasi sanguigni. Anch’esso raccoglie la luce proveniente dall’esterno, riproducendo la prima impressione visiva sulla retina: la riproduzione dell’immagine varia a seconda che l’oggetto sia vicino o lontano in quanto il cristallino si curva o si appiattisce al fine di ottenere una messa a fuoco il più nitida possibile.
  • L’uvea: è caratterizzata dalla presenza di vasi sanguigni, è la struttura che ricopre il bulbo oculare (ad eccezione della camera anteriore), che a sua volta è composta da tre strutture: coroide, iride e corpo ciliare (quest’ultimo contiene il muscolo ciliare che, a sua volta, ci aiuta a mettere a fuoco gli oggetti, sia vicini che lontani).

Parti esterne

  • Congiuntiva: è la mucosa trasparente che riveste la superficie del bulbo oculare. La congiuntiva è composta da epitelio e dallo stroma. La vascolarizzazione della congiuntiva è molto articolata.
  • La cornea: è una delle due lenti che possiede l’occhio. È una piccola e robusta cupola, a forma di disco, che ricopre la parte anteriore dell’occhio. La sua struttura è composta da 5 strati (epitelio, membrana di Bowman, stroma, membrana di Descement, endotelio) è completamente trasparente e ciò consente il passaggio della luce dall’esterno, all’interno dell’occhio. Ha la funzione di proteggere i nostri occhi da agenti esterni come la polvere e quella di aiutarci a vedere con maggior chiarezza e nitidezza.
  • Sclera: è presente nell’area esterna dell’occhio, questa, è il nome della membrana esterna che ricopre il bulbo oculare, dal nervo ottico fino alla cornea. Si tratta di una struttura fibrosa e opaca che costituisce quella che comunemente chiamiamo “la parte bianca dell’occhio”. Nella parte anteriore, la sclera è ricoperta da una membrana mucosa trasparente, chiamata congiuntiva, che favorisce la protezione anteriore dell’occhio mentre, nella parte posteriore, la stessa funzione è svolta dalle fibre del nervo ottico.
  • Palpebre: esse servono a proteggere l’occhio da corpi estranei o dal vento e a garantire l’idratazione della cornea attraverso il battito delle ciglia.
  • Ghiandole lacrimali: si tratta di una struttura posizionata fuori dall’orbita che produce le lacrime, secrezioni formate da enzimi, sale, proteine e grassi aventi l’obiettivo di preservare la cornea e eliminare eventuali corpi estranei, come polvere e sporco.
  • Ciglia: la loro funzione primaria è quella di non far entrare nell’occhio polvere, sporco o corpi estranei di altro tipo. Assolvono al loro compito mandando un segnale al cervello che, a sua volta, fa chiudere di riflesso le palpebre.
  • Sopracciglia: anch’esse non svolgono solo una semplice funzione estetica infatti servono a proteggere l’occhio dal sudore della fronte.
Anatomia del'occhio

Come funziona l’apparato visivo?

L’occhio è un organo complesso e fondamentale come il cuore. I nostri occhi ci permettono di vedere i colori, le forme, i movimenti e percepire le distanze, svolgendo un ruolo fondamentale nel nostro organismo, vediamo come:

  1. I raggi di luce entrano nell’occhio attraverso la cornea dove ricevono un primo effetto di rifrazione e una prima messa a fuoco.
  2. Successivamente passano attraverso la pupilla dove subiscono un secondo effetto rifrattivo sul cristallino.
  3. Dopo, l’immagine raggiunge la retina dove viene trasformata in un impulso nervoso che attraverso il nervo ottico viene trasmesso al cervello.
  4. I coni e i bastoncelli assimilano la luce inviando tramite il nervo ottico impulsi al cervello.
  5. Il cervello trasforma gli impulsi in immagine.
  6. L’immagine viene messa a fuoco dal cristallino che funziona come una sorta di zoom naturale, necessario per ottenere una messa a fuoco più nitida e raffinata.

Un malfunzionamento dell’intero meccanismo o di un singolo elemento della catena può essere all’origine di un errore nella trasmissione dell’immagine: da qui derivano i disturbi visivi più comuni come la miopia o l’astigmatismo.

Come percepiamo i colori?

La vista a colori costituisce uno dei principali elementi di forza del nostro sistema visivo, dotato degli strumenti necessari a individuare e proiettare tutte le tonalità esistenti nell’ambiente che ci circonda e in cui viviamo.

La nostra capacità di vedere a colori deriva da due fotorecettori situati nella retina: coni e bastoncelli. I coni, posizionati nella macula, sono costituiti da tre speciali proteine chiamate “opsine”, responsabili della percezione del rosso, del verde e del blu. I bastoncelli, invece, sono collocati in una zona più periferica e contengono una proteina, denominata “rodopsina” che, al contrario di quelle precedenti, non funziona alla luce ma si attiva quando ci troviamo al buio. Disturbi oculari come il daltonismo derivano quindi da un malfunzionamento di questi fotorecettori.  

Come funziona l’occhio di giorno e di notte?

Facendo riferimento all’anatomia dell’occhio, possiamo dire in generale che di notte vediamo attraverso i bastoncelli mentre di giorno lo facciamo mediante i coni. In entrambi i casi si tratta di fotorecettori della retina, altamente sensibili alla luce, che ci permettono di vedere il mondo nitidamente e a colori. La differenza tra i due è che i coni si attivano con le diverse lunghezze d’onda della luce mentre i bastoncelli reagiscono al buio. 

Quali sono i disturbi visivi?

I disturbi visivi non sono altro che vizi di rifrazione, ovvero difetti della nostra capacità di vedere ciò che ci circonda. I disturbi principali sono miopia, astigmatismo, ipermetropia e presbiopia. Nella miopia la messa a fuoco di un oggetto lontano da noi si forma davanti alla retina, rendendo la visione disturbata e sfocata. Nellastigmatismo, invece, l’immagine risulta poco nitida sia da lontano che da vicino. Un paziente ipermetrico, al contrario, avrà maggiori difficoltà a mettere a fuoco un oggetto vicino piuttosto che uno lontano.  La presbiopia, infine, rappresenta la progressiva incapacità dell’occhio di mettere a fuoco l’immagine di un oggetto vicino: in questo caso il problema è legato soprattutto al passare degli anni e alla conseguente perdita di elasticità del cristallino.

Fonti

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Dott. Federico Fiorini

Articolo supervisionato dal

Dott. Federico Fiorini

Medico chirurgo e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna

Collabora con Clinica Baviera come Chirurgo Oculista e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna dal 2020. È esperto in topografia corneale, oct, fluorangiografia, laser retinico e yag laser per la cataratta secondaria. Nella sua carriera ha svolto oltre 12.500 interventi tra chirurgia della Cataratta, chirurgia della Presbiopia, della Cornea, dello Pterigio, chirurgia del Glaucoma, chirurgia refrattiva e impianti di lente da camera posteriore (ICL). Esperto di chirurgia Palpebrale (Ectropion/Entropion, Dermatocalasi, Xantelasma, Calazio) e delle vie Lacrimali. Nel 2017 ha pubblicato una tecnica personale per la chirurgia dello Pterigio.

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