Che cos’è la diottria?

Chirurgia Laser
Che cos’è la diottria?
20/10/2021
Tempo di lettura: 5 Minuti

La diottria è un’unità di misura che indica il potere refrattivo di una lente o di un sistema ottico: in altre parole, il termine indica la capacità che una lente ha di intercettare e deviare i raggi luminosi provenienti da un oggetto in modo da mettere a fuoco un’immagine nitida.

Nel caso in cui il nostro diottro oculare non è in grado di convergere correttamente la luce attraverso cornea, pupilla, cristallino e corpo vitreo fino alla retina, si verificherà la visione sfocata, espressa nei cosiddetti vizi di rifrazione.

Le diottrie sono espresse in positive (+) quando correggono l’ipermetropia, negative (-) quando correggono l’occhio miope e toriche per la correzione dell’astigmatismo: la loro funzione è quindi quella di compensare l’incapacità visiva e di garantirci il miglior risultato visivo possibile.

Il significato di “correzione diottrica” è quindi quello di correzione di un vizio refrattivo dell’occhio (miopia, ipermetropia, astigmatismo) o della presbiopia.

miopia
ipermetropia
astigmatismo

Quando nasce la diottria come unità di misura?

Fu l’oftalmologo Ferdinand Monoyer che propose nel 1872, la Dioptrie (diottria) come unità di misura capace di stabilire la potenza di una lente, espressa come l’inverso della distanza focale in metri. Tre anni dopo, il Congresso di Oftalmologia di Bruxelles adottò la diottria come unità di misura di refrazione a livello internazionale.

Fu lo stesso specialista, Ferdinand Monoyer, ad inventare la tabella di ottotipi utilizzata per misurare l’acuità visiva, consistente in dieci file di lettere di dimensione decrescente che nascondeva il suo nome e cognome. Per quanto riguarda la presbiopia – disturbo visivo riguardante la vista da vicino, causato dal naturale invecchiamento del cristallino e che tende a riguardare le persone di età superiore ai quarant’anni – si utilizzano lenti convesse, esattamente come per l’ipermetropia.

Ferdinand Monoyer – La tabella di ottotipi

Diottria oculistica e ottica, quali differenze?

La differenza riguarda semplicemente la figura professionale considerata: in altre parole, la diottria per l’ottico rappresenta il potere refrattivo di un occhiale (la capacità visiva di mettere a fuoco un’immagine) e quindi per la costruzione di un occhiale da vendere al cliente.

Per l’oculista le diottrie rappresentano la presenza di un difetto refrattivo (miopia, ipermetropia o astigmatismo) che, in quanto tale, va seguito dal punto di vista medico per garantire un buono stato di salute dell’occhio.

Per entrambi, di fatto, è essenziale sapere quanto i nostri occhi sono capaci di vedere per stabilire di quanto si debba intervenire a seconda dei caratteri individuali del paziente.

Cosa sono i decimi per l’acuità visiva?

Se le diottrie servono a individuare il vizio di rifrazione in questione e a scegliere la tipologia di lenti più adatte, i decimi rappresentano l’unità di misura utilizzata per valutare l’acutezza visiva (o visus), ovvero per capire di quanto è necessario intervenire per ottenere il più alto grado di acuità visiva.

Quest’ultima viene misurata nel corso di una visita oculistica utilizzando una tabella composta da diverse righe contenenti file di lettere di diverso carattere e chiamata ottotipo o tavola optometrica.

I decimi vengono misurati in 10/10 (quando riusciamo, infatti, a leggere con chiarezza tutte e dieci le righe della tabella oculistica potremo dire di avere una vista di 10/10).

Quando il visus si misura senza l’ausilio di lenti si parla di visus naturale, mentre con lenti di visus corretto. Un soggetto con occhio sano ha un visus naturale di dieci decimi ed è chiamato emmetrope, mentre chi ha una leggera miopia, astigmatismo o ipermetropia è chiamato ametrope.

Cosa sono i gradi di una lente?

I gradi non misurano né la quantità del difetto visivo né il potere di rifrazione delle lenti: con essi si intende infatti l’orientamento che viene data a una lente correttiva, funzionale cioè a correggere l’astigmatismo.

In un occhio sano, privo di difetti, la luce in entrata determina la formazione di due linee focali nello stesso punto sulla retina, dette “meridiani”: in un soggetto astigmatico, la vista è resa sfocata dal fatto che i meridiani sono proiettati in due punti diversi. I gradi servono quindi a capire l’inclinazione del meridiano più curvo in modo da correggere il difetto.

Le lenti dell’astigmatismo sono cilindriche e vengono montate secondo un determinato orientamento, detto “asse” dell’occhio: se vengono montate verticalmente l’asse è a 90° mentre se in orizzontale l’asse sarà di 180°.

Per la correzione di miopia e ipermetropia vengono invece utilizzate lenti sferiche. Si consideri che anche i gradi vengono normalmente indicati all’interno della prescrizione medica.

Come possono essere le lenti correttive?

Per correggere la miopia (ovvero quel difetto visivo che colpisce la visione da lontano) sono necessarie delle lenti monofocali o concave, il cui valore si esprime mediante il simbolo –. Al contrario, nel caso in cui si soffra di ipermetropia (problema di refrazione a causa del quale risulta più difficile mettere a fuoco un oggetto vicino), serviranno delle lenti convesse, espresse dal simbolo +.

In generale, dunque, possiamo distinguere tre diversi valori per identificare e catalogare le lenti degli occhiali da vista:

  • Il primo valore è funzionale all’identificazione del grado di miopia o dell’ipermetropia che limitano la capacità visiva del paziente. In caso di segno negativo (-), sapremo che si tratta di un soggetto miope, mentre se apparirà il segno positivo (+), dedurremo che il paziente è colpito da ipermetropia.
  • Il secondo valore ci permette invece di identificare il grado di astigmatismo: in questo caso, la presenza del valore negativo (-) o positivo (+) servirà solo a distinguere rispettivamente tra astigmatismo miopico (astigmatismo e miopia) e astigmatismo ipermetropico (astigmatismo e ipermetropia).
  • Il terno valore, infine, ci indica l’asse di orientamento dell’astigmatismo (ovvero l’orientamento astigmatico di un occhio in riferimento a un asse orizzontale che percorre il centro dell’occhio)

Fonti

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NOTA BENE

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Dott. Federico Fiorini

Articolo supervisionato dal

Dott. Federico Fiorini

Medico chirurgo e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna

Collabora con Clinica Baviera come Chirurgo Oculista e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna dal 2020. È esperto in topografia corneale, oct, fluorangiografia, laser retinico e yag laser per la cataratta secondaria. Nella sua carriera ha svolto oltre 12.500 interventi tra chirurgia della Cataratta, chirurgia della Presbiopia, della Cornea, dello Pterigio, chirurgia del Glaucoma, chirurgia refrattiva e impianti di lente da camera posteriore (ICL). Esperto di chirurgia Palpebrale (Ectropion/Entropion, Dermatocalasi, Xantelasma, Calazio) e delle vie Lacrimali. Nel 2017 ha pubblicato una tecnica personale per la chirurgia dello Pterigio.

Join the discussion 2 Comments

  • Tommaso Leone ha detto:

    Molto chiara la prima parte sulle diottrie.
    L’astigmatismo andrebbe spiegato meglio. Le lenti cilindriche con orientamento assi, che sono ? Grazie

    • Clinica Baviera Italia ha detto:

      Buongiorno Tommaso, le lenti cilindriche con orientamento ad assi vengono utilizzate per la correzione dell’astigmatismo. Grazie per averci contattato.

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